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Fortificazioni ottocentesche: cenni storici

Nel 1861, una volta raggiunta l'unità nazionale, il neonato stato italiano si trova a dover affrontare una particolare emergenza: i suoi nuovi confini sono privi di difese. Viene, quindi, varato un piano di realizzazione di piazze fortificate, non solo a difesa di città e località costiere, ma anche di aluni colli.

La situazione internazionale in quel periodo storico vede l'Italia, al termine delle Guerre d'Indipendenza, senza alleati e senza possibilità di annettere pacificamente i territori a maggioranza italiana ancora sotto il controllo dell'Austria.

Nascono, in questo contesto, le aspirazioni colonialiste italiane, che si concentrano sulla Libia e sulla Tunisia; è, però, la Francia, nel 1881, a riuscire ad occupare Tunisi. In questo clima di tensione tra Italia e Francia, nasce la Triplice Alleanza: un patto militare difensivo tra Germania, Austria-Ungheria ed Italia (1882).

Il Trattato della Triplice Alleanza viene detto "difensivo", in quanto prevede che:

  • Germania e Austria-Ungheria soccorrano l'Italia, in caso quest'ultima venga attaccata da un altro stato (ad es. la Francia);
  • In generale, ognuno dei tre contraenti sia tenuto a entrare in guerra a difesa dell'alleato attaccato.

Il Regno italiano sa bene di non poter impedire un possibile sbarco di truppe francesi sulle sue coste in prossimità dell'attuale Imperia. Viene, quindi, realizzato, tra il 1870-80-1888, il campo trincerato di Nava, finalizzato a bloccare le truppe, eventualmente sbarcate, prima che raggiungano il Piemonte, percorrendo la strada Oneglia-Ormea.

Nello stesso periodo e con la medesima finalità, vengono, inoltre, costruite altre fortificazioni, tra cui:

  • Tenda (Valle Roya);
  • Zuccarello (Val Neva);
  • Colle del Melogno (entroterra finalese);
  • Colle di Giovo Ligure.

Tutti questi forti rimangono, quindi, armati fino al 1914, quando l'Italia, allo scoppio della I guerra mondiale, dichiara la sua neutralità, rifacendosi al carattere difensivo dell'Alleanza: l'Austria-Ungheria ha dichiarato guerra alla Sebia e non viceversa.

L'anno successivo (1915), il Regno d'Italia abbandona la Triplice Alleanza, per entrare in guerra nelle file dello schieramento opposto, a fianco dei francesi, degli inglesi e dei russi che dal 1907 erano legati dal Trattato della Triplice Intesa. Questo cambio di fronte da parte dellItalia è motivato dal desiderio di recuperare i territori "irredenti", ancora in mano agli austriaci.

Triplice Alleanza (1882):

  • Italia - fino al 1914-5;
  • Austria-Ungheria;
  • Germania.

Triplice Intesa (1907):

  • Francia;
  • Gran Bretagna;
  • Russia;
  • Italia - dal 1915.

FONTI di questa prima parte:

  • Difese militari ed eventi bellici (1940-1945) in provincia di Imperisa - D. Bagnaschino, in Itinerari della memoria in provincia di Imperia, pp.2-11 (Memoria delle Alpi)
  • A. Bravo, A. Foa, L. Scaraffia, I nuovi fili della memoria 3, Editori Laterza
  • P. Sorcinelli, D. Calanca, D. Pela, Storie 2, La Nuova Italia

I FORTI DEL COLLE DI NAVA NELLA STORIA

Le Fortificazioni del Colle di Nava sono cinque, tra cui si possono distinguere:

tre grandi forti: Centrale, Bellarasco, Montescio;
due torrette di avvistamento: Pozzanghi (ovest) e Richermo (est).

Prima dell'entrata in guerra dell'Italia (I guerra mondiale- 1915), questi forti vengono disarmati e gli armamenti spostati sul fronte orientale.

Durante gli anni della guerra del 15/18 essi sono utilizzati per ospitare i prigionieri austriaci fino al momento dell’armistizio.

Negli anni 1929 - 1930 svolgono la funzione di deposito di armi italiane ed austriache recuperate nella Grande Guerra. Vengono, poi, ristrutturati per ospitare nuovi reparti in attesa delle guerre coloniali e della II guerra mondiale ,infatti, nel ‘35, nel Forte Centrale e Bellarasco si acquartierano i fanti della divisione “Cosseria” 41° e 42° reg. Fanteria in attesa di partire per il porto di Napoli e da lì imbarcarsi per la Guerra di Abissinia.

Nel 1938/39 ospitano i vari reggimenti di fanteria ed alpini in attesa dell'inizio della II guerra mondiale (10 giugno 1940) e da qui parte per il fronte occidentale l’8° reg. Alpini div. Jiulia.

Dopo l’8 settembre 1943 sono abbandonati, in essi si smobilitano le truppe provenienti dalla Costa Azzurra 5° corpo d'armata, che vi abbandonano ingenti quantità di armi leggere e munizioni che, nascoste affinché non finiscano in mano ai tedeschi, servono per armare le prime bande dei ribelli che quassù danno vita al movimento partigano.

Dopo la prima battaglia fra partigiani e nazi-fascisti del 10 - 14 marzo 1944 sono occupati dalle forze nazi-fasciste, che vi si installano a difesa del paese per i loro movimenti da e per il fronte italo-francese sino ai primi di giugno del 1944. In tale periodo, infatti, i partigiani della brigata VaI Tanaro, al comando del Cap. Martinengo (Hanau Eraldo), lo assediano e lo espugnano, facendosi consegnare tutte le armi e materiali vari dalla compagnia della Guardia Nazionale Repubblicana, intimando agli stessi fascisti di andarsene a casa e accettando fra le file partigiane chi voleva arruolarsi (circa la metà).

Durante gli ultimi mesi della guerra (dicembre 1944 - aprile 1945) viene occupato dalle truppe tedesche della div. Brandeburgo comandata dal generale Von Lieb detto Love dei Kircassi (Leone dei Kircassi, regione russa dove ha infierito come una belva): diversi partigiani italiani e Maquisard francesi vi vengono imprigionati in attesa di essere giustiziati come poi avviene. Tra questi, ci sono due giovani della Costa Azzurra (Francois Dominaci e Antonie Midou) fucilati a Pieve di Teco intorno al 10 aprile 1945, ed il capo partigiano Brancher Alfredo del Colle di Nava martirizzato al Albenga.

TESTO: il testo di questo paragrafo è stato ripreso dall'ex dépliant Forti ottocenteschi del Colle di Nava.